Dal celebre discorso del 30 maggio 1924, che segnò la sua condanna a morte per mano fascista, alle lettere alla moglie Velia Titta, dalle immagini d'epoca ai libri che ispirarono i suoi interventi e i suoi scritti: la mostra dedicata a Giacomo Matteotti è da questa settimana allestita nel Corridoio dei Busti di Montecitorio, dopo l'inaugurazione del 30 maggio di quest'anno, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e del Presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana, (i documenti sono stati inizialmente esposti in Transatlantico). Il nuovo allestimento, curato in collaborazione con il Comitato nazionale per il centenario delle celebrazioni della morte di Giacomo Matteotti, si compone anche di un itinerario multimediale, con video che illustrano gli scritti, le parole, le testimonianze relative alla vita e all'opera di Matteotti.
La mostra rimarrà nel Corridoio dei busti per tutto l'anno ed è inserita nei percorsi di visita delle scuole e di Montecitorio a porte aperte.
Fra i documenti nelle teche, conservati presso l’Archivio storico della Camera e dedicati alla sua attività parlamentare, alcuni riguardano il discorso con cui il 30 maggio 1924 denunciò i brogli e le violenze elettorali: una foto della seduta, i suoi scritti con la richiesta di annullare la convalida in blocco dei deputati della maggioranza fascista e il risultato del voto, una copia annotata di “Un anno di dominazione fascista”, un dossier allora appena pubblicato, che Matteotti stava probabilmente aggiornando. E poi, tra gli altri documenti: una selezione dello scambio epistolare con la moglie Velia Titta, le immagini della Biblioteca della Camera a Palazzo Montecitorio negli anni '20, il registro dei risultati elettorali per il collegio di Ferrara in cui Matteotti venne eletto per la prima volta alla Camera nel 1919, l’originale della tesi di laurea sui principi giuridici della recidiva, che Matteotti pubblica qualche anno più tardi come "La recidiva: saggio di revisione critica con dati statistici", ugualmente esposta. Completano la mostra alcune sue richieste autografe di prestito di libri della Biblioteca della Camera che aiutano a ricostruire il suo percorso di studi e di approfondimento. Oltre che dall'Archivio storico e dalla Biblioteca della Camera, i documenti in mostra provengono dalla Fondazione di Studi storici Filippo Turati di Firenze.
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